Questo weekend è stato quasi la ripetizione del precedente: uno splendido e caldo sabato (in relazione alla stagione chiaro) e una opaca, grigia e piovosa domenica. Mentre però settimana scorsa è stata una pioggerella quasi impercettibile, impalpabile che poteva essere confusa con una forte umidità e che non mi ha impedito di pedalare, oggi ha iniziato a piovere con più insistenza, proprio in concomitanza con l’orario di uscita, e quindi ho deciso per una seduta indoor da un ora sui rulli.
Ieri insieme a Gabry e Alfredo abbiamo impostato un percorso simile ma con le salite svolte in sequenza inversa rispetto a quello di un mese fa (22 gennaio), con in più l’aggiunta all’inizio del giro di una quarta asperità (si tratta di salite di media lunghezza, nel senso che necessitano di un intervallo tra i 15/20 min per essere scollinate) il Colle Brianza da S.Maria Hoè. I miei compagni oltre che ad avere un'altra cilindrata sono in pieno clima agonistico, e dopo l’esordio di domenica scorsa, sono già proiettati ai prossimi imminenti appuntamenti. Nei loro obiettivi c’è il podio di categoria ai circuiti cui sono iscritti, e considerate le potenzialità, l’augurio naturalmente è di centrare i rispettivi traguardi. Quindi mentre loro hanno svolto un allenamento davvero mirato e scrupoloso, io non ho fatto altro che seguirli, salendo il più regolare possibile e confermando le positive sensazioni delle salite che ho iniziato a percorrere in questo mese. Ieri per l’occasione (dato che ormai il peggio a livello climatico dovrebbe essere alla spalle) ho montato le WR Fxx in carbonio, e la differenza si nota eccome, non è solo un fatto soggettivo.

Usando una metafora si potrebbe dire che un paio di ruote non faranno mai di un cavallo da maneggio un purosangue da ippodromo, ma il cambio di zoccoli al cavallo permette di essere più performante e comodo in relazione alle sue potenzialità. Naturalmente le ruote in carbonio implicano il discorso tubolari e quindi il ricorso alla famosa bomboletta (a seconda del taglio) in caso di foratura, poi bisogna abituarsi al tipo di frenata che è diverso dall’altra; ma una volta messe in preventivo queste cose, ci sono solo vantaggi e benefici, oltre che a rendere esteticamente più accattivante la bici. Tornando al giro, dopo la quarta salita ci separiamo, loro continuano per la quinta, mentre io rientro per un totale di 120km e altri 2000mt di dislivello. Dal prossimo fine settimana trasferta in Versilia per qualche giorno di allenamento.
Ti alleni sempre con i miei compagni di squadra.
RispondiEliminaScommetto che la quinta salita era la Ballabio.
Ciao.
Dopo che sono rimasto a piedi l'anno scorso alla Noberasco basta con i tubolari...comodi,scorrevoli,le ruote ad alto profilo fanno un figurone...ma se buchi è meglio avere l'ammiraglia che ti cambia la ruota.
RispondiEliminaCiao