
Con un calendario nazionale che propone 6 eventi la domenica delle Palme, e addirittura 9 la successiva domenica 15aprile, sembra che sia “peccato” correre il giorno di Pasqua; in tutta onestà non mi interessa conoscere le motivazioni, penso solo che sarebbe stato carino inserire una manifestazione all’interno della mini vacanza canonica, in modo da potersi trattenere con tranquillità per il lunedì dell’Angelo nella location. Con 4 ore di traghetto c’è la possibilità di correre nella vicina Corsica e ne approfitto volentieri per l’esordio e per ampliare i miei orizzonti ciclistici. Lo sbarco sull’isola la vigilia è accompagnato da un bel sole, cosa gradita perché solo poche ore prima avevo lasciato una Toscana grigia e battuta da improvvisi scrosci, anche se soffia un forte vento che mi riporta ai ricordi di un Giro di Sardegna in Gallura di qualche anno fa! La prova fa parte di un challenge di cinque caratterizzato da tracce molto suggestive dislocate in siti notevoli, e prevede grosso modo il periplo del “dito” dell’alta Corsica. L’organizzazione ha differenziato le partenze di 30min per i due percorsi, ed è una bella intuizione, infatti così non ci sono fastidiose sovrapposizioni e interferenze per i 70km che i due tracciati hanno in comune; a memoria solo alla GF Avesani di Verona succede una situazione simile.
Domenica mattina, piazza St.Nicolas a Bastia, quelli del medio (circa 200) sono già sul percorso, mancano 10min alla partenza del lungo, e la griglia è deserta….c’è chi gironzola per la piazza, chi se ne sta comodamente sdraiato su una panchina, chi chiacchiera amabilmente… insomma un clima più disteso e abbastanza diverso rispetto a quello teso che accompagna le partenze nostrane e cui siamo ormai (purtroppo) abituati. Lo speaker ci richiama, a onor del vero siamo in pochi, (sfioriamo le 100 unità), e quindi non serve impilarsi come sardine a ricercare posizioni migliori in partenza…e poi ci sono anche i primi 20km con una salita e successiva discesa fino a portarci sul lato mediterraneo a velocità controllata, sicuramente ci può anche stare questo clima meno esasperato. Tranquillamente lasciamo Bastia con una salita pedalabile (10km al 5%) percorsa circa a 15km/h dietro l’auto “inizio corsa”, mentre in discesa ci lasciano più libertà, ma terminata la stessa veniamo fermati (da regolamento) per 5min: c’è tutto il tempo di spogliarsi, di svuotare le vesciche, e per chi ne ha bisogno di riparare le forature. E’passata già un’ora da quando siamo partiti, abbiamo percorso circa 20km e ancora non abbiamo iniziato, però almeno ci siamo riscaldati adeguatamente. Quindi viene dato il via ufficiale, e ora si fa sul serio…per 1h15 mi trovo a percorrere una delle strade più tecniche che abbia mai fatto: non un metro di pianura, continui sali scendi, perdite/guadagni di quota nell’ordine di 50/100mt di dislivello, ma soprattutto non più di poche centinaia di strada in rettilineo, è tutta una teoria di continua di curve, contro curve a picco sul mare, con un discreto vento laterale (meno forte di quello di ieri per fortuna) ma che con sberle improvvise rende la guida molto impegnativa. L’andatura asseconda il percorso, ed è caratterizzata da una serie continua di rilanci e scatti che si rivelano sicuramente allenanti, ma molto dispendiosi. Dopo l’ennesimo allungo, la testa del gruppo se ne va. Finalmente dopo circa 35km si vira per l’interno con una prima salita ad attraversare il dito e a tornare verso il lato Tirreno, e il ritmo finalmente si fa più regolare. Scollinamento con ristoro, qualche curva e poi veloce discesa fino a ritrovare il mare. Ora si va verso nord per una decina di km, man mano che ci si avvicina al Capo Corso si è sempre più in ambiente brullo, incontaminato e selvaggio, quindi si ritorna nell’interno per il nuovo attraversamento questa volta verso il lato Mediterraneo. La strada è stretta ma dal fondo accettabile, praticamente deserta (come se fosse chiusa al traffico), la % non impossibile intanto però il vento è aumentato, e soffia più forte in senso contrario, insomma si fa fatica. Siamo rimasti in sei, ma non c’è la minima idea di collaborazione, il clima e l’atteggiamento più genuini e fin troppo ruspanti (noi ci saremmo già organizzati con “gregari e capitani”), infatti continuano a scattarsi in faccia come se mancasse 1km all’arrivo; quasi al Gpm ho un momento di calo, e perdo le ruote dei pochi rimasti. Nella discesa tecnica, stretta ed esposta conservo il distacco, ma quando immediatamente finita, inizia la nuova salita quella finale (pedalabile) non riesco a rientrare, infatti gli altri in gruppo sfruttando le scie, prendono il largo. Continuo da solo fino all’ultimo Gpm, poi lunga discesa per l’ultimo definitivo ritorno verso il Tirreno, ma con 100persone e 124km di strada si fa molto in fretta a diluirsi, (questo è il rovescio della medaglia del discorso griglia e partenza) e se resti solo…. Resti solo a lungo!!! Quando ritrovo la costa mancano circa 35km all’arrivo e sono sempre nella più completa intimità, una sensazione mai provata in gara. Non mi resta che iniziare come una I.T.T. con vento laterale sempre più forte, cerco di mantenere una andatura il più regolare possibile, la strada è sicuramente meno “schizofrenica” che nei primi km dell’altro lato, ma la pianura è sempre la grande assente. Dopo 15km di sforzo in solitaria (che mi sarei volentieri risparmiato), mi raggiungono pochi altri con cui poi si va fino al traguardo. Alla fine sono venuti 144km con 2245mt di dislivello, anche se con i primi 20km neutralizzati.
La prova si è dimostrata un ottimo esordio allenante, molto più impegnativa di quanto sulla carta dicessero distanza e dislivello. Ho registrato i soliti “watt gara” cui sono abituato, e a parte un momento di difficoltà è andata bene, forse meno agevole del previsto, ma si sa che la competizione sottopone a stimoli sempre “diversi” ed erano ormai anche 7 mesi che non correvo.
Ho fatto un’esperienza diversa, positiva e soprattutto abbiamo pedalato attraversando posti M-E-R-A-V-I-G-L-I-O-S-I, purtroppo non è stato possibile fotografarli se non con gli occhi delle mente, quindi un ringraziamento particolare al “Grande Architetto” per averci regalato (oltre alla Sardegna) la Corsica, e ai suoi abitanti per essere riusciti a preservarla.
Bella esperienza Gabriele,mi stupisci sempre con nuove scoperte.
RispondiEliminaCiaooo
Grande racconto, ormai sei un inviato speciale in terra Francese!
RispondiEliminaOgni commento è superfluo. Sono contento di vedere che siamo sulla stella frequenza d'onda...
RispondiEliminaA presto