Agosto 2013

Agosto 2013

mercoledì 29 agosto 2012

Haute Route 2012 Conclusioni



Ho volutamente lasciato decantare l’emotività per qualche giorno prima di stilare il bilancio di questa manifestazione. Prima di tutto una precisazione circa la triste vicenda dello sfortunato ciclista: l’organizzazione ha diramato una nota in cui precisa che ogni condotta circa la gestione dell’incidente (inteso come diffondere o meno la notizia / interrompere o meno gara e cerimonia di premiazione) durante la giornata di sabato è stata fatta e concordata nel rispetto della scelta dei famigliari che così hanno voluto.

Veniamo alle conclusioni. Nonostante la debacle non cambia il giudizio di fondo sulla manifestazione. Oggi a pochi giorni dalla fine, nonostante abbia alzato bandiera bianca a metà della tappa 6 dopo aver percorso 590km in oltre 27h di gara (sicuramente legate al passo da lumaca degli ultimi due giorni) per quasi 16000mt di dislivello, la classica domanda che rimbalza tra tutti i riders è la stessa: ma quanto ci manca già solo dopo pochi giorni la HR? Anche a me tantissimo….
Questa non è una gara, assolutamente sbagliato considerarla la semplice somma km e dislivello di 6GF e di una cronoscalata a metà settimana (nel cosiddetto giorno di “recupero”) da superare in sette giorni, sarebbe un errore considerala e affrontarla così. E’ una “folle” ciclo-vacanza corsa a 360° che dura 24h al giorno per 7giorni che mette a dura prova, e che fa passare tutti i concorrenti (a prescindere dalla prestazione prodotta e dalla posizione di classifica) attraverso momenti di profondo sconforto, fatica, sofferenza, gioia, soddisfazione, estasi….tutto mescolato a tratti e a momenti a seconda dei giorni e spesso anche all’interno della stessa giornata, tutto con una intensità fortissima.
Il successo non è legato a un percorso, ma a un idea…un idea “vincente” che è quella di far attraversare in “racing mode” una catena montuosa (Alpi e/o Pirenei) in più tappe affrontando parte delle mitiche salite che hanno fatto la storia del Tour de France.
Essendo la seconda edizione rispetto alla prima ci sono stati alcuni miglioramenti organizzativi (uno zaino personalizzato che davi alla partenza e ritrovavi all’arrivo, il borsone questa volta ancora più capiente e dotato di rotelle) ma a fronte del raddoppio dei concorrenti sono anche aumentate alcune situazioni che hanno creato ulteriore stress e difficoltà. Il pasta party serale è stato sostituito con quello all’arrivo di tappa, ma essendo la gara itinerante abbiamo avuto sei catering differenti, con occasioni in cui si poteva trovare cibo adeguato, ed altre in cui non ci ho pensato due volte e sono andato a mangiare per conto mio. Poi vi assicuro che diventa una gara nella gara finita la tappa raggiungere l’hotel; ok ti hanno dato un fior di Garibaldi digitale (che magari hai letto di sfuggita la sera prima quando hai messo via il pc alle 21 nel borsone) hai una vaga idea di dove sia la location rispetto all’arrivo, ma poi la devi fisicamente trovare…capita che sei stanco, hai corso, fa caldo….vai in direzione e poi ti perdi. Allora chiedi info, ma li chiedi a turisti che ne sanno meno di te ecc ecc. insomma non sempre arrivi subito in albergo. Poi capita che il truck è in ritardo e il borsone arriva due ore dopo (meno male che nello zaino hai messo almeno un cambio per poter stare sdraiato sul letto dopo la doccia)… poi capita che nemmeno trascorsa un ora che hai fatto tutto e hai finalmente le tue cose devi andare al villaggio (che magari dista 1.5km) ma ormai la bici è tranquilla in una ski-room e li ci rimane fino all’indomani, che alle 18 c’è il briefing obbligatorio che dura un ora… poi esci e inizia la caccia al ristorante dove puoi trovare qualcosa di ciclo-commestibile prima che arrivi un ondata di 600ciclisti affamati….insomma vi assicuro che il recupero è tanto difficile quanto correre la tappa. Non è come rientrare a casa propria con tutti i propri vizi e comodità. E’ probabile che nella partecipazione futura mi appoggerò a qualcuno che mi segua o a un camper, per rendere più snelle e immediate le cose.
Altra nota dolente il discorso wi-fi. Se fai la gara multimediale della serie “share yours photos” ecc ecc e “riceverete la e-mail stasera con l’orario di partenza esatto per la crono di domani”, e sei in ambiente roaming per navigare serve wi-fi. Ma se in hotel ci sono su 60 ospiti 50 persone collegate allo smartphone, tablet o pc, il segnale per quanto presente è praticamente inutilizzabile e la navigazione intasata e particolarmente difficile. Certo poi in alcune location c’erano aree wi-fi gratuite, ma vi assicuro che era l’ultimo dei miei pensieri alle 21.30 prendere il pc sottobraccio e farmi 600mt per andare a navigare o a leggere la posta con le ultime info.
Per quanto riguarda invece la gara, è organizzata benissimo. Il percorso è perfettamente segnalato e presidiato (e con una gara itinerante non è come farlo su una traccia ad anello), le strade sono aperte al traffico (ne più ne meno come alle GF nostrane) ma se occupi la corsia di destra, e se non esci dal tempo massimo hai la precedenza sul traffico, ogni incrocio è presidiato, ogni pericolo potenziale è segnalato, ogni colle è cronometrato (base e Gpm). Una favola la partenza a velocità controllata ogni giorno per 10/25km a seconda delle tappe, (sia perché spesso in discesa o in uscita dal centro di località turistiche affollate sede di arrivo del giorno precedente), in cui hai modo di riscaldarti adeguatamente e tanto poi tempo per andare a tutta ne hai quanto ne vuoi. Tutti i concorrenti sono seguiti, c’è in media una moto ogni 15/20 che segue e fa da staffetta, se hai un problema prima poi qualcuno ti raggiunge e di conseguenza chiama meccanico o medico alla seconda delle esigenze; questa è una cosa che ho potuto constatare personalmente sia le prime tappe quando occupavo intorno alla centesima posizione, sia gli ultimi giorni che ahimè stazionavo man mano sempre più vicino alla coda del gruppo.
Mi è mancato non poter trascorrere a parte tratti delle prime tre giornate, le tappe con gli “amici” del mio livello, anche se poi li ritrovavo nel resto della giornata; e man mano che sono andato in crisi ho comunque potuto viaggiare anche nella parte del gruppo vicino alla coda e vivere un’altra corsa.
Dopo alcuni giorni quando subentra per tutti la fatica, cadono “filtri e maschere” ed entri in contatto in maniera diretta e immediata con gli altri ben oltre le differenze linguistiche e culturali.
Anche se non sono stato finisher conservo un ottimo ricordo dell’avventura, e dei primi tre giorni di pedalate ancora decenti prima di sprofondare, (poi meno delle successive tre tappe), delle serate trascorse a cena con gli amici, della torre di babele anglo-francese, delle mattine in griglia quasi all’alba con una cartolina diversa ogni giorno, quando dai 1800mt si guardava in basso mille metri più sotto….e poi tanti attimi, flash, momenti…. Una folle corsa, che mette a dura prova ma che ti lascia un gran senso di mancanza e malinconia quando tutto finisce. Che sia marketing o meno non lo so, ma questi “velisti” (gli organizzatori sono specializzati in regate) ci hanno saputo legare anche questa volta… a breve la presentazione delle due nuove HR 2013: la terza Alps version e l’inedita HR Pyrenees che non lo nascondo, mi attira particolarmente!!!

1 commento:

  1. Visto le condizioni climatiche e durezza del percoso sei stato Grande!

    Andiamo a spianare i Pirenei!!!!!!!

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