Il periodo di transizione tra una stagione e la successiva è ormai entrato nel vivo. Si trova in letteratura molto a riguardo e ci sono diverse correnti e scuole di pensiero: da quelli che consigliano uno stacco di almeno 15/20 giorni prima di riprendere (riposo passivo) a quelli che invece sostengono il riposo debba essere attivo con esecuzione di pratiche alternative rispetto alla bici. Probabile che la regola sia che “non c’è una regola”, e quello che può andare bene per alcuni non lo vada per altri; sicuramente molto dipende dal livello di stanchezza fisico e mentale che una lunga stagione ha lasciato, e altrettanto dagli obiettivi (a livello di calendario) che uno si pone. Anche in questo caso non c’è una regola e ognuno decide quando e come iniziare la preparazione; l’unica vera regola è che nessun ciclista (a nessun livello amatoriale/professionistico) può pensare di avere un picco di forma che duri da marzo a ottobre, è scontato. Tra le pratiche autunno/invernali un ruolo importante lo giocano i rulli sui quali si è scritto/letto altrettanto quanto circa le preparazioni e le periodizzazioni. Su una rivista del settore leggevo del consiglio di dimezzare la durata delle sedute in programma indoor rispetto a quelle programmate su strada, per il diverso tipo di sforzo richiesto: sui rulli la pedalata è continua, mancano i tempi morti e inoltre il discorso forte sudorazione rende l’esercizio molto impegnativo. Dato che mi considero durante l’invernale un buon consumatore di rulli, ho cercato di approfondire la cosa e di quantificare per quanto possibile la questione. Approfittando dei numerosi files archiviati durante la stagione, ho provato a confrontare il lavoro di una seduta indoor rispetto a quello su strada scegliendo come unità di raffronto la quantità di lavoro svolto in kJoule rispetto al consumo energetico registrato da un cardiofrequenzimentro (kcal). Montata quindi sul simulatore la bici con il rilevatore di potenza (solitamente sui rulli ne ho fissa un’altra) dato il momento e la condizione della stagione ho pedalato con un esercizio così strutturato: 10min di riscaldamento / un nucleo di lavoro da 40min con 20min in Z3 bassa (variando le rpm a intervalli di 5 mantenendo costante la potenza) più 20min a variazioni di ritmo da 1min in Z3 alta con 1min30 di recupero in Z2 / 10min di defaticamento. Totale della seduta è stato di 650kJ per 1h di tempo.
A questo punto sono andato a cercare delle pedalate outdoor paragonabili a livello di intensità rispetto a questa sfruttando IF (intensity factor) che è un indice che misura i watt prodotti in rapporto ai watt soglia (FTP) durante la seduta; non aveva senso infatti paragonare un lavoro del genere con una gara o un allenamento impegnativo con lunghi intervalli a intensità Z4/Z5. Ho identificato tre sedute differenti:
A) uscita di gruppo a fine stagione da circa 1000mt di dislivello di 3h che ha registrato 500kJ per ora
B) uscita in coppia a fine luglio con 1750mt per quasi 4h -> 505kJ per ora.
C) allenamento individuale a primavera di 2h45 per 1200mt -> 510kJ per ora.
Interessante notare come pur in momenti e situazioni ben differenti nel corso della stagione, e pur con esercizi di diversa durata l’energia richiesta per un IF simile sia quasi la stessa (505KJ per h).
A questo punto pur non avendo alcuna velleità, ma rimanendo in ambito puramente aneddotico, tanto per giocare e riferendomi a solo una prova ho riscontrato per il lavoro sui rulli un costo energetico di 650kJ/h verso i 505kJ/h su strada, e quindi quantificando (relativamente a solo questo episodio naturalmente) una richiesta impegno circa maggiore del +30% del lavoro sui rulli. L’argomento è stimolante, seguiranno approfondimenti.
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