Agosto 2013

Agosto 2013

domenica 15 settembre 2013

HR Pyrenees tappa 4


Alla HR la marathon stage è un giorno fondamentale, anche se fino alla fine del tratto cronometrato della tappa 7 non ci si può considerare “finisher”, lasciarsi alle spalle la tappa più difficile è uno spartiacque importante; infatti dopo c’è il giorno di “riposo” con la cronoscalata e soprattutto le due notti di fila nella stessa location che permettono di prendere fiato.
Nelle edizioni precedenti alle HR Alps 2011 e 2012 avevamo sempre affrontato la marathon al terzo giorno, invece dato il disegno del percorso questa volta ci è toccata al quarto. Si tratta di una vera e propria GF da circa 4000mt ma che assume una rilevanza diversa perché viene affrontata con già 3tappe alle spalle e con (in questo caso) 8000mt di gara già accumulati: tutti i corridori la temono e la rispettano. La tappa ricalca con qualche variante buona parte della Luchon-Bayonne del TdF 1910 di 326km percorsa a 23km/h di media con Peyresourde, Aspin, Tourmalet, Soulor e Aubisque su strade ben diverse della attuali, percorse con biciclette dal peso di 13kg e con la famosa imprecazione che O.Lapize urlò agli organizzatori finita una salita “assassini”!!!



Sono le 7.30 quando lasciamo Luchon, il gruppo procede silenzioso e regolare, poca voglia di scherzare e massima concentrazione, ci sono tanti finisher delle edizioni precedenti che sanno perfettamente cosa significa affrontare il “tappone”. Dopo 10min velocità controllata si inizia con il Peyresourde che sale abbastanza regolare senza pendenze estreme ma pur sempre per 15km di salita; circa a metà il gruppo inizia a sfilacciarsi, e mi ritrovo insieme ad alcuni ormai “intimi” con cui ho pedalato buona parte delle tappe precedenti. Scollinato la picchiata è velocissima e passati nella valle successiva si affronta il Col d’Azet (variante che non faceva parte della celebre tappa, ma che è stata recentemente percorsa all’ultimo TdF), corto ma impegnativo 8% la media. Qui pago l’unica sbavatura finora commessa; avendo preso freddo nei km iniziali della tappa precedente (per la pigrizia di non mettere l’antivento quando era invece necessario) ho avuto qualche problema digestivo nel pomeriggio della vigilia, cosa che non mi ha permesso di re integrare come invece necessario per una giornata del genere inserita in una corsa a tappe, e fin dalle prime rampe della salita mi accorgo di non riuscire a spingere come finora successo. Mi assesto comunque su un ritmo di “difesa” e procedo fino al secondo Gpm. A questo punto c’è la neutralizzazione della discesa, saggia decisione da parte degli organizzatori in quanto a parte la strada un po’ stretta e a tratti esposta, abbiamo dovuto attraversare piccoli borghi con strade sconnesse e dal fondo rovinato e con lavori in corso, e sicuramente non era la situazione ideale per far transitare 400 ciclisti in gara. Quindi si raggiunge in libertà il punto di cronometraggio successivo, da cui si riprende la gara (il tempo totale poi non è altro che la somma dei tempi registrati nei due segmenti separati dal tratto non cronometrato); naturalmente prima di passare sul tappeto si aspetta che arrivi qualcuno in modo da formare un gruppetto per poter procedere insieme e aiutarsi con qualche cambio. Così facendo si arriva al Col d’Aspin, altra classica salita Pirenaica, anch’essa regolare, non difficilissima, ma sempre altri 12km di salita che si sommano ai precedenti. Si continua a salire anche in questo caso coi cartelli che indicano a ogni Km quanto manca alla cima e la % media che andiamo a trovare. La giornata è stupenda, anche oggi non c’è una nuvola e la temperatura è ora ideale dopo il freddo delle prime fasi; procedo come prima, regolare non brillantissimo, ma procedo. Rifornito al Gpm affronto la discesa con una gradita sorpresa; appena iniziato mi affianca un ciclista locale, mi supera e con un breve cenno mi indica la sua ruota posteriore, in pratica mi fa da apripista pennellando le curve per i tecnici km che ci separano da S.Marie de Campan, è stato davvero gentile e di grande aiuto. Ora dopo quasi 4ore di gara viene il momento più difficile, l’ultima salita della tappa, la più difficile: il Tourmalet coi suoi 2115mt la cima Coppi della HR!!! Il profilo dice 17,2km al 7.3% ma mai come in questo caso un conto è vedere un profilo e un conto affrontare una salita che non si conosce. Ebbene il Tourmalet è particolarmente impegnativo: conta solo 4 tornanti e 3 semicurve in 17km, strada ampia, larghissima che sale dritta quasi senza pause, non c’è quasi per niente vegetazione, è tutto esposto e si capisce perché sia così temuto ben oltre di quanto non dicano i suoi numeri. Dopo i primi 5 km quasi facili fino a Gripp, la strada inizia a salire decisa, ma sempre dritta; incontro la prima curva dopo 38min infiniti di ascesa sempre continua, mi sembrava di essere sempre fermo, eppure salivo. Poi i paravalanghe che immettono a La Mongie, con il segmento più difficile, qualche costruzione in ambiente brullo, selvaggio, maestoso… un gregge di pecore che attraversa la strada e si posiziona all’ingresso di un hotel, poi gli ultimi km sempre più difficili con sempre meno energie. Finalmente l’arrivo e la fine della tappa con quasi 3700mt in 100km. Facce stanche e provate man mano si ritrovano, è andata ce l’abbiamo fatta! Ora 37km fino ad Argelest con la discesa inevitabilmente neutralizzata in quanto la valle a scendere dopo Barèges è letteralmente distrutta e in situazione impraticabile essendo un cantiere a cielo aperto con i segni e le ferite della alluvione di qualche mese fa, riteniamoci fortunati a poter essere arrivati in cima e a transitare anche se fuori gara dati gli eventi!
La marathon stage è alle spalle: un’altra grande giornata di questa bellissima HR!


1 commento:

  1. C'è chi ha buttato via grandi giri per una sbavatura del genere...
    Grande. Anzi Grandissimo ;-)

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