Agosto 2013

Agosto 2013

venerdì 23 aprile 2010

Aspetti psicologici del sovrallenamento

Lo stress di per se non è dannoso, in quanto una certa quantità è necessaria all’organismo per star bene; quel che invece è dannoso è l’eccesso di stress.
Gli stress di carattere psichico, legati al lavoro, allo studio, e più in generale alla vita di reazione, possono agire a livello dell’asse ipotalamo-ipofisario, causando (analogamente agli eccessi di stress dovuti all’esercizio fisico) lo squilibrio di ormoni e le conseguenti disfunzioni a livello dei relativi organi bersaglio che da essi dipendono. Del resto, evidenti relazioni sono state dimostrate tra gli stress di tipo emotivo e l’efficienza del sistema immunitario.
Elevati carichi di lavoro, possono alterare lo stato d’animo.
Il sovrallenamento è caratterizzato da diverse turbe di carattere emotivo e comportamentale: perdita di motivazione nei confronti di allenamento e gara, irritabilità, instabilità emotiva, apatia, senso di depressione, comportamento flemmatico e difficoltà di concentrazione. Non è comunque chiaro se la perdita di vigore sia secondaria a cause di tipo fisiologico o se sia da attribuire alla consapevolezza dell’atleta di aver perso competitività.
Tra le cause psicologiche che possono portare al sovrallenamento ci sono:
-la tendenza a volersi allenare di più quando ci si sente bene o la paura di non essere abbastanza preparato per un certo appuntamento, tipiche situazioni che inducono l’atleta a incrementare spontaneamente il carico in maniera eccessiva fino a farlo incorrere nel sovrallenamento.
-L’interpretazione troppo rigida dei programmi di allenamento, che porta a sottoporsi al lavoro previsto anche quando le sensazioni soggettive di fatica indurrebbero al contrario.
-Una eccessiva competitività tra atleti che si allenano insieme, tale situazione genera una situazione “agonistica” non necessaria durante gli allenamenti, con conseguente forzatura delle intensità di lavoro.
-La volontà di imitare allenamenti di atleti molto più evoluti nella capacità di sopportazione dei carichi; questo è un rischio in cui incorrono spesso i più inesperti e i principianti.
-La dipendenza da esercizio, intesa come una condizione psicologica negativa in mancanza dell’oggetto della dipendenza stessa. Questa forma di dipendenza può essere indotta dal bisogno individuale di “bilanciare l’assunzione di calorie” con un adeguato dispendio attraverso l’esercizio; proprio l’inadeguata assunzione calorica in rapporto al dispendio che si viene a creare può portare al sovrallenamento.
Per la prevenzione di tutti i casi citati è di importanza fondamentale il ruolo dell’allenatore, che deve modulare i livelli di motivazione al fine di renderli ottimali.
Si tratta di un compito non facile, anche perché queste problematiche sfuggono a una oggettiva possibilità di quantificazione. L’ adeguata conoscenza della personalità dell’atleta e del suo modo di reagire in determinate situazioni tipo, è presupposto fondamentale per l’allenatore al fine di poter intervenire positivamente. Secondo alcuni autori è importante inserire test psicologici per la prevenzione e l’individuazione dello stato di sovrallenamento.

Tratto da: Allenamento e sovrallenamento, A.Sassi 1997.

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