Agosto 2013

Agosto 2013

domenica 9 giugno 2013

Monte Padrio e Trivigno



Ci sono luoghi che grazie ad alcune salite icona hanno acquisito storia e importanza ciclistica divenendo meta di pellegrinaggio, tanto per fare un esempio spesso si parte da Aprica come base per le classiche Gavia & Mortirolo (partecipazioni GF a parte). Però in quella zona ci sono tante altre strade, anzi è un vero peccato che diversi ciclisti vadano tante volte all’Aprica per ripetere tante volte le stesse salite perdendo la preziosa occasione di misurarsi in altrettanto tecniche e remunerative conquiste. Conosco alcune di queste valide alternative da almeno dieci anni anche se le avevo trascurate recentemente, quando l’Ing. Alberto studiava e progettava i giri, e noi giovani ciclisti “inesperti” ci mettevamo alla sua ruota spesso senza la minima idea di cosa ci aspettasse.
La base del giro odierno è Tresenda raggiunta non senza qualche difficoltà causa la chiusura della SS 36 nel tratto tra Bellano e Piona, con deviazione obbligatoria sul lago e allungamento dei tempi di trasferimento.


Dopo 4km di pianura (gli unici della giornata) da S.Giacomo di Teglio la prima salita a Carona, che scelgo come via preferenziale per raggiungere Aprica pedalando in tranquillità, evitando il traffico dei gitanti e soprattutto gruppi di motociclisti in piega simil gara a ogni curva che ti sfrecciano a velocità da ritiro di patente, disturbando non poco su tutto il tratto. La variante per Carona (nota agli sciatori nella stagione invernale per evitare le code) è una salita molto regolare, su strada poco battuta ben ombreggiata per lunghi tratti, che consente il giusto riscaldamento con circa 10km quasi al 7% prima di immettersi (dopo una breve discesa) nei km finali che portano ad Aprica. Quindi discesa verso Edolo per imboccare a Lombro la difficile salita al Monte Padrio, sulla quale occorre spendere qualche parola. Chissà cosa lega il destino di alcune salite alla notorietà, mentre altre non troppo distanti sia geograficamente che come caratteristiche restano nell’anonimato. Quando iniziò a diventare famoso il Mortirolo, ricordo che comparve su una rivista del settore una recensione sul Padrio che veniva considerato quasi un fratello minore, ma che non è mai stato adeguatamente valorizzato e considerato. E’ una salita più facile del Mortirolo sia chiaro, ma molto più difficile del S.Cristina che invece viene percorsa e ricordata con maggiore frequenza. Trovandosi poi sulla strada che sale da Edolo, e scollinando non troppo distante tra Trivigno, sarebbe una ottima possibilità per le tappe del Giro che si concludono ad Aprica dopo aver percorso il Mortirolo come spesso successo nella storia della corsa rosa. La salita misura 9.4km al 9,8% ma è molto tecnica e alquanto irregolare: dopo i primi km abbastanza normali iniziano a comparire cartelli indicanti 20% e soprattutto diverse rampe insidiose che si alternano di continuo a tratti “quasi normali” (di poco sotto al 10%) e anche a momentanei spianeggiamenti; il tutto rende difficile trovare un ritmo adeguato, e impegna a continue variazioni e a cambi di rapporto. Finita la salita ho già accumulato 1950mt di dislivello in soli 45km, e a questo punto siccome diventa importante produrre certi sforzi già con un certo dislivello immagazzinato, decido di scendere a Tirano per poi invertire la direzione e risalire per la terza e ultima salita. Si tratta di ulteriori 14km fino al bivio Trivigno con una media del 8.2% e con difficoltà decrescenti (nel finale si addolcisce) in modo da poter “tirare il fiato”, ma non prima di aver affrontato i 6km iniziali alla ragguardevole media del 10.6%, con pochi tornanti (il primo dopo 1,8km) e lunghi traversi per fortuna nel bosco che sembrano non finire mai. Anche su questa salita come sulle precedenti i veicoli a motore incontrati sono stati eventi occasionali, e una volta tornato in cima scendo a Tresenda per completare un giro da 100km scarsi e 3100mt di salita. E’ stato un ottimo allenamento, con le salite svolte in maniera regolare (per le prime due e fino a metà della terza sono stato in Z4, poi inevitabile il fisiologico passaggio in Z3) e con ampie porzioni pedalate intorno al 10% per la “prima” vera pedalata estiva: abbiamo aspettato tanto e ora finalmente che le temperature sono tornate normali andava inaugurata adeguatamente la “stagione delle salite”.

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